Se un genitore vuole essere essere sicuro che uno dei suoi figli non sia in pericolo, o magari setacciare le sue conversazioni di WhatsApp perché è preoccupato per lo studio o per le sue amicizie, può tranquillamente prendere il suo cellulare senza il suo consenso?
Scopriamo se è legale controllare le chat dei figli, o si sta violando la privacy e che cosa dice la legge italiana ed europea.
Avete avuto l’esigenza di controllare il cellulare dei vostri figli ma poi vi siete fermati pensando di mettere in pratica un comportamento che lede la loro privacy? Beh allora dovete conoscere che cosa prescrive la legge italiana in materia di tutela del diritto alla riservatezza quando si tratta di privacy.
Scopriamo se è legale controllare gli smartphone e i computer dei figli e se si possono leggere o scaricare le chat di WhatsApp senza commettere un illecito.
A quanto pare tutelare la privacy ai tempi dei social è sempre più difficile, e lo diventa ancor di più se si tratta delle chat di messaggistica istantanea utilizzate dai ragazzi, visto che spesso è stato rilevato che possono essere pericolose. Purtroppo le App come WhatsApp o Messenger, ovvero la messaggistica di Facebook, oppure Instagram e simili, possono essere lo strumento che i truffatori utilizzano per intercettare i più giovani, e non di rado è stato inviato anche materiale pericoloso, come immagini e filmati con materiale pornografico o link atti a mettere in pratica comportamenti che configurano reati di frode informatica.
Allora è diventato sempre più complicato per i genitori stare tranquilli senza avere accesso alle conversazioni dei propri figli e a quello che succede proprio attraverso le chat di messaggistica istantanea come WhatsApp. Scopriamo allora cosa dice la legge in merito.
In Italia a partire dall’anno 2006 è consentito il controllo legale dei comportamenti dei minori perpetrati tramite strumenti digitali. La Cassazione infatti ha affermato il principio secondo il quale i minori necessitano di tutela in rete, e questo che significa che in realtà è i genitori pur violando parte del diritto alla privacy dei propri figli sono tenuti a controllarli, perché sono responsabili di eventuali illeciti che possono essere compiuti da minori.
Inoltre, secondo l’articolo 2048 del codice civile il padre la madre o il tutore sono responsabili del danno cagionato Dal fatto illecito dei figli minori non emancipato delle persone soggette alla tutela che abbiano con essi
Nel 2020 poi il tribunale di Parma ha emanato una sentenza secondo la quale i genitori o i tutori sono obbligati a controllare i figli nell’utilizzo di internet, e dunque anche WhatsApp.
In questi casi c’è sempre una necessità di un balance giuridico tra il diritto alla privacy e il diritto all’informazione in questo caso dei tutori che rispondono in prima persona per figli minori.
Non a caso sono state create tante funzioni nei browser e nelle piattaforme che consentono di navigare online, come il parental control, proprio per monitorare le conversazioni.
Sicuramente ragazzi più piccoli non farà piacere, però la legge prescrive questo diritto anche nel resto d’Europa, dove, a partire dal 2018, secondo il regolamento dell’Unione Europea è stato vietato ai soggetti con età inferiore a 16 anni di utilizzare WhatsApp mentre nei paesi extra Ue il limite è di 13 anni.