Il governo vuole introdurre uno sconto Iva del 50% per quei cittadini che vogliono acquistare un immobile: come funziona e chi può ottenerlo.
L’acquisto di una casa di proprietà è qualcosa che chiunque sogna di poter fare. Possedere un proprio immobile è infatti una fonte di sicurezza, permette di ottenere anche agevolazioni creditizie tramite istituti privati qualora servisse un finanziamento immediato per un progetto, ma soprattutto permette alla famiglia o al singolo di evitare di pagare a vita un affitto che alla fine non garantisce la permanenza in quell’appartamento. Inoltre riuscire ad acquistare una casa è anche un modo per avere un lascito da tramandare ai propri figli. Proprio perché acquistare una casa è complicato per la maggior parte delle persone, possedere un immobile con il quale agevolare la vita del figlio o dei figli è sicuramente un obbiettivo che qualunque genitore si prefigge.
Il primo scoglio da superare è l’ottenimento di un mutuo. Le banche sono molto severe nel giudicare la stabilità economica del richiedente e solitamente, per cautelarsi, offrono una simile possibilità solo a chi ha un posto di lavoro a tempo indeterminato e preferibilmente a chi è coniugato e può contare su una seconda fonte di reddito sulla quale rivalersi in caso di mancato adempimento del pagamento concordato. Non bisogna sottovalutare inoltre la necessità di offrire un anticipo sostanzioso, in primo luogo per favorire l’ottenimento del mutuo ed in secondo luogo per abbassare l’entità delle rate da pagare.
A questo costo obbligato si aggiungono poi l’imposta di registro, la cui consistenza varia in base alla casa e può essere minore del costo d’acquisto in caso di immobile usato: in questo secondo caso, l’imposta si applica al valore catastale e non a quello di vendità. Differente la questione aliquota Iva, visto che questa si applica sempre al costo d’acquisto e varia in base al fatto che si tratti di una prima casa (4% sul prezzo totale), una seconda casa (10%) o una casa di lusso (iva al 22%).
Tra le tante leggi discusse dal governo in questi giorni in merito all’approvazione finale della Legge di Bilancio, c’è anche quella riguardante la concessione di una detrazione Iva del 50% sull’acquisto delle case. La misura è simile a quella proposta dal governo Renzi nel 2016 – poi protratta per il 2017 – e non va a tocccare direttamente le aliquote perché in quel caso sarebbe necessaria l’approvazione dell’Unione Europea. Il funzionamento è simile a quello del bonus ristrutturazioni e dunque la misura è aperta a qualsiasi persona sia residente e versi i contributi in Italia che vuole acquistare una casa. Attualmente non esiste la possibilità di richiederlo perché la misura è al vaglio e potrebbe anche non essere inserita per il 2023.
A differenza di quanto accade per il bonus ristrutturazioni il credito non sarà cedibile, dunque ne potrà usufruire solamente il titolare della casa una volta effettuato l’acquisto e dimostrato il versamento dell’acconto. Va sottolineato che la detrazione riguarda l’Iva sull’acquisto e non il prezzo complessivo di acquisto della casa, dunque verrà applicato sulla percentuale di Iva che dovrete pagare in aggiunta al costo fissato dal venditore o concordato con esso. Poniamo l’esempio che sia la vostra prima casa e che l’Iva da pagare sia di 15mila euro in totale. In questo caso avete diritto ad una detrazione pari a 7.500 euro.
La detrazione, però, si applica in base ai vostri guadagni annui. Se per esempio avete un guadagno che prevede il pagamento di 5000 euro all’anno di Irpef e questa detrazione è già stata inserita in busta paga, voi avrete annualmente accesso ad un rimborso di 750 euro per 10 anni a partire dall’anno di acquisto dell’immobile (dunque un totale di 7.500 euro). Tale rimborso può essere riscattato oppure utilizzato a compensazione di un pagamento tributario successivo. Fate attenzione, però, che se avete già usufruito di una detrazione sull’Irpef nell’anno in cui richiederete lo sconto iva (ad esempio per il riscatto della laurea a fini pensionistici o per il bonus ristrutturazioni), per il primo anno la detrazione non sarà possibile e avrà inizio l’anno successivo. Non è chiaro però se questo comporta la perdita di 750 euro o se comunque questi vengano recuperati successivamente.